Chi siamo

Il progetto pittorico La fabbrica della tolleranza presenta l’esposizione di opere pittoriche caratterizzate dalla sinergia della coppia di artisti: Laura Facchini e Giuseppe Polverari.

I lavori sono stati eseguiti a quattro mani in una modalità del tutto particolare. Essi, infatti, non esprimono immagini di una fusione tra le due sensibilità artistiche, quanto un loro frontale e speculare rapporto, che apre ad una riflessione sul rispetto e le sue articolazioni con la dignità, l’apprezzamento della diversità e la volontà di cooperazione reciproca, tutte riconducibili alla propensione verso la tolleranza.

Pertanto tale riflessione presuppone da parte di ciascun soggetto il riconoscimento dell’autorità a riconoscere il proprio valore, in quanto capace di azione libera e consapevole.

Le opere esplorano le dinamiche dell’interazione umana, la tensione che soggiace come leit motiv del confronto per mezzo della struttura ricercata a quattro mani, dove chiaramente le aree di influenza dei soggetti agenti, degli artisti, sono separate e funzionano come riconoscimento iconico, rappresentative della dignità con cui si vuole essere riconosciuti.

Laura Facchini mette a disposizione la propria competenza ed esperienza utilizzando superfici di significativa grandezza mediante un intervento iletico, in attesa di ricevere una determinazione compiuta e riconoscibile dagli osservatori; mentre Giuseppe Polverari coglie l’aspetto identitario come passaggio drammatico tra un’originaria e indistinta fisionomia ed una propria riconoscibilità.

Il dialogo magnetico tra le due sensibilità artistiche riassume l’incessante tensione tra movimento e staticità, tra stratificazione e limpidezza tra immagine enigmatica e quella consolidata, chiaramente percepibile.

Le superfici rimandano all’osservatore la riflessione più ampia e livello sociale. Esse sono, quindi, colte come paradigmi delle relazioni identitarie  intrecciate in un discorso sociale più ampio di riflessione sull’incontro tra più individui, nel quale avviene, attraverso gli studi e le riflessioni in ambito filosofico di Stephen Darwall e John Rawls.

L’autorità in seconda persona si fa  istanza di riconoscimento avanzata da soggetti che rivendicano il loro valore di esseri raziocinanti autonomi e capaci di creare un orizzonte di valori esistenziali non confliggente con quello altrui. Un simile modello normativo può essere assunto anche a criterio di analisi e interpretazione di richieste di riconoscimento di tipo collettivo, ossia di istanze avanzate nei confronti delle istituzioni dai membri di gruppi minoritari che, vista la situazione di svantaggio e di diseguaglianza di opportunità economiche e sociali, richiedono un trattamento di eguale rispetto nei confronti della maggioranza.

Questo tipo di riconoscimento si rivela nella sua estrema problematicità nel momento in cui si consideri l'ambiguità attitudinale e pratica spesso manifestata dalle istituzioni nella comprensione e accoglienza delle istanze minoritarie. Una delle più importanti sfide che la riflessione politica contemporanea si propone di lanciare è quella di forgiare istituzioni maggiormente disposte a cogliere l'autorità dei suoi interlocutori e a mostrare autentico rispetto nei loro confronti, anche nel caso estremo del rifiuto di soddisfare alcune delle esigenze da essi manifestate. 

Infine, le opere sono state realizzate con la consulenza filosofica di Elena Irrera.

I nostri utenti

Artisti, filosofi e tutte le persone interessate a questo progetto interdisciplinare pittorico e filosofico sugli ideali di rispetto e tolleranza.

Storia del progetto

Tutto è iniziato con la collaborazione tra Laura Facchini ed Elena Irrera nell'aprile del 2012, dove le immagini di opere dell'artista sono state utilizzate per una lezione pubblica intitolata "La Fabbrica del Rispetto", presso l'auditorium San Rocco di Senigallia.